martedì 28 maggio 2013

Il partito dell'astensione

Bene, chiunque affermi che le elezioni le ha vinte il partito dell'astensione, fondi un partito e lo chiami: Partito dell'Astensione, delle bianche e delle nulle.
Se alle prossime elezioni ci sarà il 100% dell'affluenza, e questo partito sarà primo, allora le elezioni le avrà vinte il partito dell'astensione. Altrimenti no.

Questo per dire che ci sono molti motivi per non votare, e che nessuno può intestarseli. Votare, in democrazia, sarebbe anche un dovere, ma oramai è diventato solo un diritto, e quindi si può non votare. E si può non votare per molti motivi, e nessuno può attribuirsi i non voti di coloro che non si esprimono.

Alcune noterelle:
- in genere si vota di più al centro-nord, dove prevale il voto di opinione. Stavolta si è votato di più al sud, dove prevale il voto organizzato (clientelare). Pisa è una delle città più colte d'Italia; la percentuale dei votanti è stata la più bassa dei comuni capoluogo (57%). Quando il voto di opinione manca, il voto organizzato prevale.

- Alle elezioni politiche molte persone che "odiano il sistema" invece di stare a casa sono andati a votare e hanno votato 5 Stelle. Il 5 Stelle ha clamorosamente fallito nella capacità di poter cambiare il sistema. Il loro schema era: se mandiamo al governo PD e PDL, tutti odieranno il sistema ancora di più, e quindi voteranno per noi. Invece, la maggior parte della gente ha pensato: non hanno fatto niente per cambiare il sistema, sono tutti uguali. E non votiamo nemmeno loro. E i voti sono dimezzati per i grillini. Potranno provare a cambiare rotta, perché in Parlamento sono tanti, e possono davvero cambiare gli equilibri. Ma forse è troppo tardi.

- Alle elezioni politiche molte persone di basso livello culturale, sociale, persone che hanno uno scarso accesso al mondo dell'informazione, sono scarsamente interessate alla politica, che vivono ai margini della società, alla fine vanno a votare. Esprimono un voto emotivo, si lasciano sedurre da promesse più o meno campate per aria. Pensano al loro portafoglio e non alla società, perché non ne sono capaci. Queste persone, quando votano, votano in gran parte per Berlusconi. Stavolta queste persone sono state a casa.

- A parte il voto organizzato, ci sono degli elettori che votano sempre, perché lo ritengono un diritto dovere, e hanno un senso civico più alto della media. Queste persone votano quasi sempre, e più frequentemente votano a sinistra.


- I grillini possono anche dare la colpa ai media brutti e cattivi, e non capire i loro errori, ma se aveva ragione Grillo che la sfida era tra lui e Berlusconi, e che ne rimaneva soltanto uno, allora da oggi c'è solo Berlusconi. Per fortuna c'è anche il centrosinistra, che avrà da rimettersi in carreggiata, ma qualche segnale di vitalità esiste.

- Gli stessi che ieri hanno detto che il referendum di Bologna non è indicativo, perché hanno detto sì il 58% del 28% dei cittadini (cioé il 15% degli elettori), oggi dovrebbero dire che non è legittimo un Sindaco che è eletto con il 53% dei voti validi, che sono il 90% dei voti espressi dal 57% dei votanti (cioé il 27% degli elettori). Però non lo faranno, perché la coerenza non è il loro forte. Per me avevano torto ieri e fanno bene a stare zitti oggi, perché chi tace sta zitto, ma un po' acconsente, e chi sta a casa ha sempre torto. Sempre.

- Quando il 40% degli elettori, per disinteresse o per scelta, decide di non votare, un po' perdono tutti, perché perde la democrazia. Io sono del Partito Democratico, e dico cosa vorrei che facesse il PD. Gli altri partiti facciano quello che vogliono. Io vorrei che avessimo la capacità di riflettere su questi due fattori: 1 - progressivamente il distacco dai cittadini dalla politica aumenta, e noi dovremmo capire perché e agire per invertire la rotta; 2 - quando vota solo chi è più attivo, informato, motivato, il centrosinistra ha molte chance di prevalere; quando votano tutti, compreso quelli che stanno ai margini della società, il centrosinistra è in difficoltà. E una sinistra che non parla, prima di tutto, agli emarginati, non sa fare il suo mestiere.

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