sabato 14 luglio 2012

Marziani e incompetenti

Live dall'assemblea nazionale PD.
Dario Franceschini afferma solennemente che le primarie, se vanno fatte, dovranno essere per molti ma non per tutti.
Perché il gruppo parlamentare deve essere fatto da rappresentanza dei territori e da competenze.
Questo argomento è ripreso da molti di quelli che, col porcellum, facevano le liste un po' come pareva loro, e recentemente è stato affermato con forza anche dal segretario regionale toscano del PD.
Insomma, ci vuole uno di Pisa, uno di Genova, uno di Torino, uno di Castelfiorentino, uno di Vicenza, uno di Monza, perché dobbiamo rappresentare il territorio (e loro, forse, potranno essere scelti con "meccanismi di partecipazione"). Poi ci vorranno uno storico dell'arte, un chirurgo, un operaio, un insegnante, un imprenditore e un filosofo, per garantire le competenze.
Trascurando il non trascurabile fatto di chi sceglierà chi sono i competenti (Moody's?), noi in questo modo ammettiamo candidamente che vogliamo un parlamento di residenti su Marte molto competenti, e di persone molto radicate e buone a nulla.
Già ma quale alternativa? I "competenti" vivranno da qualche parte?
Allora un partito serio potrebbe far fare le primarie, a uno storico dell'arte di Pisa, un chirurgo di Genova, una operaia di Torino, una insegnante di Castelfiorentino, un imprenditore di Vicenza, un filosofo di Monza. Che magari, quelli radicati e competenti, a volte, le primarie le vincono.

2 commenti:

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  2. Posso suggerire il sistema elettorale per il nuovo Senato gelminiano del mio ateneo. Si dovevano eleggere in sette, che dovevano rappresentare tre fasce, cinque dipartimenti e cinque aree (che non sono la stessa cosa). In pratica si poteva eleggere un ordinario storico di Formazione (più votato storico, più votato ordinario, più votato di formazione) che poteva essere trombato da un ricercatore economista di scienze politiche che magari aveva preso tre voti ma entrava per rispettare la rappresentanza. Se lo sa il PD lo adotta subito sto sistema...

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